di L. Randall Wray*
Negli ultimi mesi chiunque sia qualcuno ha dovuto esprimersi sulla MMT. Dal presidente della Fed Jerome Powell (che ha ammesso di non aver mai letto nulla sull’argomento, ma ha affermato che la MMT è “semplicemente sbagliata”), a Carl Icahn (che mi ha telefonato durante la campagna presidenziale del 2016 per discutere con entusiasmo delle analogie con il suo modo di pensare, ma che ora la definisce “molto pericolosa”), al ministro delle Finanze giapponese Taro Aso (che ha definito la MMT “un’idea estrema e pericolosa perché indebolirebbe la disciplina fiscale” – come se la disciplina fiscale del Giappone fosse una meraviglia da ammirare), a Jerry Epstein, uomo di sinistra (che la definisce un’ideologia “America First” con “controlli centralizzati” invece di affidarsi a “politiche più favorevoli al mercato”), tutti sono uniti nell’opposizione alla teoria. Ciò che tutti hanno in comune è che ciò che criticano non ha nulla a che fare con la MMT. Non ho intenzione di dedicare uno spazio per controbattere le loro argomentazioni fallaci in questa sede, ma rimando i lettori a diverse controrepliche. (I link alle critiche e alle controrepliche sono disponibili qui: Wray 2019a, Wray 2019b, Wray 2019c, Wray 2019d, Wray 2019e, Mitchell 2019a, Mitchell 2019b, Mitchell 2019c).
Quello che farò è innanzitutto esporre chiaramente cos’è la MMT e poi delineare quattro percorsi che portano alle conclusioni della MMT: storia, logica, teoria e pratica.
Che cos’è la MMT?
La MMT fornisce un’analisi della politica fiscale e monetaria applicabile ai governi nazionali con valute sovrane. Sosteniamo che ci sono quattro requisiti essenziali che qualificano una moneta nazionale come sovrana nel senso in cui usiamo il termine:
a) il governo nazionale sceglie una moneta di conto in cui la valuta è denominata;
b) il governo nazionale impone obblighi (imposte, tasse, multe, tributi, decime) denominati nella moneta di conto scelta;
c) il governo nazionale emette una moneta denominata nella moneta di conto e accetta tale moneta in pagamento degli obblighi imposti; e
d) se il governo nazionale emette altre obbligazioni nei propri confronti, anche queste sono denominate nella moneta di conto prescelta e pagabili nella moneta del governo nazionale.
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Approfondisci l’argomento su “Issue no. 89 Modern monetary theory and its critics“