Libri consigliati

Macroeconomics
di
W.Mitchell,L. Randall Wray, M. Watts

Il nuovo libro di testo di base incoraggia gli studenti ad adottare un approccio più critico alle ipotesi prevalenti sul tema della macroeconomia, confrontando e contrapponendo approcci eterodossi e ortodossi alla teoria e alla politica. Il libro di testo in questione sviluppa un modello eterodosso da zero, si basa sui principi della Teoria Monetaria Moderna (MMT) derivanti, tra gli altri, dalle teorie di Keynes, Kalecki, Veblen, Marx e Minsky. Il team di autori di fama internazionale offre appropriate raccomandazioni di politica fiscale e monetaria, spiegando come si sarebbe potuto evitare lo scarso rendimento economico della maggior parte dei paesi capitalisti ricchi negli ultimi decenni, fornendo un argomento pratico e filosofico ben ragionato per un approccio eterodosso sostenuto dalla MMT.
Sei lezioni sulla moneta
di S. Cesaratto

Con rinnovata passione civile e ironia intellettuale l'autore delle "Sei lezioni di economia" introduce i lettori al ruolo della moneta e della politica monetaria. Avvalendosi del contributo di qualificati studiosi, legati in particolare alle banche centrali, e del pensiero economico eterodosso, le lezioni smontano la visione della politica monetaria dei libri di testo. In tal modo non solo si offre a studiosi e studenti, a politici e giornalisti, ed a cittadini e militanti interessati ai temi sociali uno strumento per comprendere le decisioni monetarie, in particolare quelle della BCE, ma si fornisce un'ulteriore prova della fallacia delle teorie economiche dominanti. Le analisi del libro intrecciano le spiegazioni analitiche con le vicende della crisi finanziaria e l'impatto economico della pandemia, con uno sguardo particolare al futuro dell'Europa e del nostro paese.
Il Mito del Deficit
di S. Kelton

Dopo anni di supremazia incontrastata, la teoria economica dominante è oggi seriamente minacciata da una nuova e controversa scuola di pensiero che sta rapidamente conquistando il mondo intero, rivoluzionando il nostro modo di concepire l’economia. Si tratta della cosiddetta “teoria monetaria moderna” o MMT (Modern Monetary Theory). La MMT ci invita a ripensare completamente il funzionamento della finanza pubblica: il bilancio dello Stato non è come quello di una famiglia; gli Stati che dispongono della sovranità monetaria, infatti, sono degli emittenti di valuta – possono, cioè, creare “dal nulla” tutto il denaro che vogliono – e dunque non possono mai “finire i soldi”, né possono essere costretti a fare default sui loro titoli di debito; i deficit pubblici non danneggiano le future generazioni né pregiudicano la crescita a lungo termine; e soprattutto, le politiche sociali non compromettono la sostenibilità fiscale dello Stato. La MMT, in altre parole, ribalta completamente la narrazione che ci è stata ossessivamente propinata in questi anni per giustificare politiche di austerità dai devastanti effetti economici e sociali. E per questo fa così paura ai guardiani dell’ortodossia. Stephanie Kelton – economista statunitense di fama mondiale, consulente economico di Joe Biden e Bernie Sanders, ed ex economista capo presso la minoranza democratica della Commissione bilancio del Senato statunitense – è probabilmente la divulgatrice più nota della MMT. In questo libro Kelton offre un’introduzione semplice e accessibile ai concetti chiave della MMT, mostrandoci come possiamo utilizzarli per costruire una società più giusta e più prospera, passando da una narrazione di scarsità a una di opportunità. Il mito del deficit rappresenta anche un fondamentale contributo al dibattito europeo, permettendoci di comprendere appieno i problemi derivanti dall’aver rinunciato alla sovranità monetaria attraverso l’adesione alla moneta unica europea.
Il governo della moneta
di A. Terzi

Le scienze sociali comprendono un'ampia famiglia di discipline che ha per oggetto la società umana, le sue strutture e i suoi processi. Esse si articolano in tecniche di ricerca differenti volte ad indagare i motivi e le conseguenze dei comportamenti umani all'interno di un sistema di relazioni che costituisce un gruppo sociale. Studiare il funzionamento dell'economia significa indagare una particolare dimensione della società umana. L'economia, come ogni altra disciplina che fa parte delle scienze sociali (dall'antropologia alla sociologia, dalle scienze politiche alla psicologia), ha appunto per oggetto lo studio delle relazioni tra individui che formano una società. Pur condividendo con le altre discipline il medesimo oggetto di studio, l'economia si distingue per una sua particolare lente di lettura. A differenza degli altri scienziati sociali, l'economista si concentra su quel particolare tipo di relazioni sociali attraverso le quali un soggetto trasferisce un valore ad un altro soggetto nella forma di un diritto di proprietà o della fruizione di un servizio. L'atto di un soggetto che cede un valore ad un altro soggetto (che a sua volta lo acquisisce) stabilisce una relazione di tipo "economico" che influenza la sfera individuale di ciascuna delle parti coinvolte. Sebbene l'interesse per i fenomeni "economici" (come le regole del commercio, la determinazione dei prezzi, l'uso della moneta e dei rapporti di debito, o le cause della ricchezza nazionale) possa essere fatto risalire a civiltà e culture antiche, è nell'era moderna che si afferma gradualmente una demarcazione più specifica del campo d'indagine dell'economia. È nella sua denominazione originaria di "economia politica" che acquisisce, prima ancora delle altre scienze sociali, una propria autonoma fisionomia. Per quanto riguarda il progresso della scienza economica nella cultura occidentale nell'era moderna, è utile ricordare alcuni passaggi significativi: l'intuizione dei primi economisti fisiocratici francesi che illustrano l'attività economica come un processo di produzione e distribuzione della ricchezza, reso possibile dall'interazione di diversi attori sociali; la pubblicazione de La Ricchezza delle Nazioni (1776) in cui il filosofo morale scozzese Adam Smith riconduce la formazione della ricchezza nazionale al fattore fondamentale del capitale umano, vale a dire l'abilità e l'ingegno di chi lavora; l'istituzione, nel 1805, della prima cattedra di Economia Politica in Inghilterra, assegnata a Thomas Malthus; la pubblicazione, nel 1890, dei Principi di Economia di Alfred Marshall, che è considerato il primo manuale di economia; fino alla pubblicazione de La Teoria Generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta (1936) in cui John Maynard Keynes costruisce un linguaggio di analisi che condizionerà la macroeconomia contemporanea.
Teoria economica - macroeconomia
di A. Graziani

In questa quinta edizione, il testo è stato sottoposto ad una revisione completa, allo scopo di aggiornare la trattazione secondo i contributi più recenti della ricerca. L'autore, come nelle precedenti edizioni, ha cercato di evitare ogni presentazione dogmatica. A questo scopo, ogni problema viene accuratamente illustrato nei suoi assunti iniziali, nell'elaborazione logica, nei risultati finali. Là dove diverse scuole di pensiero giungono a conclusioni diverse, le divergenze vengono chiarite e accuratamente illustrate nelle loro rispettive ragioni. L'esposizione è arricchita da richiami ad autori del passato, sì da rendere chiara al lettore l'origine dei grandi quesiti teorici e le ragioni della loro elaborazione nel corso del tempo. Ogni capitolo è corredato da ampie Note bibliografiche, nelle quali il lettore trova un esteso corredo di richiami agli autori più rilevanti nonchè notizie storiche e biografiche utili alla comprensione del pensiero teorico. L'autore ha curato con attenzione particolare la chiarezza del linguaggio. Le elaborazioni matematiche sono estremamente contenute e comunque non sono mai necessarie per la comprensione del testo.